Il nuovo Giudizio Universale, Pombo in dialogo con Michelangelo: dal 2 marzo al 28 aprile apertura di Villa Da Porto per ammirare in anteprima mondiale uno dei quadri a olio più grandi della storia

Giudizio Universale

Immaginate un quadro di 15 x 12 metri, alto come un palazzo di 5 piani; 180 metri quadri di pittura, creata attraverso la composizione di 13 grandi tele. Tutto questo esiste: è uno dei quadri a olio più grandi della storia e sarà esposto al pubblico in anteprima mondiale dal 2 marzo al 28 aprile in Villa Da Porto Barbaran a Montorso Vicentino.
L’autore è l’artista spagnolo Jorge R. Pombo, che ha voluto rivisitare il Giudizio Universale di Michelangelo in scala 1:1. Curata da Sandro Orlandi Stagl e inserita nel contesto del Movimento Arte Etica, promosso dal 2016 dalla veronese ARTantide Gallery di Paolo Mozzo, l’opera è stata realizzata nel laboratorio di Pombo a Reggio Emilia, città in cui da anni vive e lavora. Per essere esposto, però, un dipinto così grande necessita di uno spazio immenso. La scelta è quindi ricaduta nella seicentesca Villa Da Porto di Montorso, che al suo interno ha un enorme salone in grado di ospitarlo. Nei giorni scorsi, grazie all’utilizzo di un’impalcatura, il dipinto è stato ricomposto ed è ora pronto ad accogliere i visitatori.
Il lavoro è la prima parte della realizzazione dell’intera Cappella Sistina, che verrà dipinta passo passo in un ambizioso progetto pluriennale.

La tecnica pittorica di Pombo

Come fatto in diversi lavori precedenti, Jorge R. Pombo nella fase iniziale ha “copiato” l’opera intera con una pittura simile a quella rinascimentale e poi, col colore ancora fresco, ha messo le tele sul pavimento per poi inondarle con litri di solvente che ne hanno sciolto i contorni e liberato le forme dalla loro funzione narrativa. “Nei miei quadri non c’è neanche un gesto che sia mio – spiega l’artista –, nessuna delle macchie fluide che formano il Giudizio Universale sono soggiogate dai miei criteri; è un dipinto autodeterminato, provoco gli incidenti e li accompagno, ma rinuncio al romanticismo di imprimere su di essi il mio gesto. Il risultato non è in assoluto casuale, anche se non credo che possa condizionarlo eccessivamente. Immagino che la mia sfida sia questa: uccidere il padre per affermarmi”.
Nello specifico, commentando quest’opera, Jorge R. Pombo afferma: “Sicuramente, dipingere un Giudizio Universale nel 2024 con le premesse del passato aumenterebbe le differenze con ‘l’altro’, motivo per cui credo che la mia tecnica di dissolvenza della forma abbia una simbologia che va oltre la dimensione plastica. Dissolvere le figure dei santi e di tutti i personaggi riconoscibili è un modo per annullare la loro identità ed evitare che si concretizzino. Cominciare a dipingere il Giudizio Universale realisticamente, come fece Michelangelo, e trasformarlo poi in macchie di colore fluide, elimina la possibilità di identificare gli oggetti transitori (i santi ed i loro attributi, Cristo stesso e sua madre Maria) senza perdere l’impressione che una moltitudine di esseri umani si trovi di fronte alla possibilità di andare in paradiso o all’inferno. Mantengo la luce e l’oscurità, anzi, le accentuo, cancellando invece l’identità dei personaggi per renderli più universali, così che chiunque professi una religione diversa dal cristianesimo possa identificarsi con la scena e sentirla propria”.

Il valore etico-sociale dell’opera

L’opera è stata realizzata con l’aiuto di alcune persone esposte all’intensità di una vita irregolare, e di conseguenza a rischio di esclusione sociale, “perché queste persone – sottolinea l’artista – hanno visto più di me, perché conoscono meglio della maggior parte di noi le meraviglie e le miserie di cui sono capaci gli esseri umani”.
Con l’aiuto della Caritas, dell’Agenzia USL e del Comune di Reggio Emilia, Pombo ha quindi contattato Adem (tunisino, 19 anni), Ray (ghanese, 35 anni) e Mirka (italiana, 49 anni), che per il loro apporto sono stati regolarmente stipendiati. “Dal primo momento in cui ho immaginato il Giudizio Universale, ho sentito che se fosse stato dipinto dalle mani di questi esperti della condizione umana, con tanta esperienza alle spalle, che hanno sentito sulla propria pelle la solitudine, la mancanza di solidarietà e anche la generosità di chi volontariamente offre aiuto, questo gesto simbolico avrebbe dato un significato molto più ampio al messaggio del dipinto”.
“Quando Jorge mi ha raccontato della sua idea di dipingere le variazioni dell’intera Cappella Sistina in scala 1:1 – afferma Paolo Mozzo di ARTantide Gallery – mi si sono illuminati gli occhi, suscitando lo stupore dell’artista, che si sarebbe aspettato il rifiuto di essere supportato in un progetto così ambizioso. Io, invece, ho subito pensato quanto fosse una fortuna avere a che fare con artisti così visionari, perché tanto più si alza l’asticella della sfida, tanto più diventa entusiasmante occuparsene. Il progetto intero prevede un lavoro di 5 anni e un investimento di circa 2 milioni di euro, ma abbiamo già compiuto il primo passo. Il Giudizio Universale ha visto la luce e questo dimostra che la formula di mecenatismo contemporaneo che abbiamo ideato per finanziare il progetto, accogliendo collezionisti, imprenditori e investitori illuminati, sta funzionando molto bene. Grazie anche al sindaco di Montorso Diego Zaffari che, con immediato entusiasmo, ci ha aperto le porte di Villa da Porto”.

Il ringraziamento del Comune di Montorso

“Ringrazio Paolo Mozzo di ARTantide Gallery e Jorge R. Pombo per aver scelto Montorso e la nostra villa per l’anteprima mondiale di questa incredibile opera – commenta il sindaco Diego Zaffari –. Considero questo privilegio un premio per l’instancabile lavoro di promozione che il Comune, ma soprattutto la nostra Pro Loco con la presidente Daniela Bastianello, ha fatto in questi anni a favore della conoscenza e valorizzazione di Villa Da Porto. Essa sta diventando sempre di più una casa per l’arte di altissimo livello. Un contesto affascinante che, se vogliamo, dona un tocco ancora più coinvolgente ad opere d’arte che di per sé sono già straordinarie”.

Biografia di Jorge R. Pombo

Jorge R. Pombo è un pittore autodidatta nato a Barcellona (Spagna) nel 1973. All’età di 24 anni, nel 1998, si trasferisce a Parigi attratto istintivamente dall’arte e dalla storia di questa città. Nel 1999, tornato nuovamente a Barcellona, ​​inizia una serie di soggiorni in diversi luoghi di contrasto culturale a partire dall’Artico, in particolare Groenlandia e Siberia, inizialmente attratto dai paesaggi ghiacciati e dalle condizioni climatiche estreme. Successivamente farà lo stesso in altri paesaggi come il Tibet o l’India.
Sempre mosso da una naturale curiosità antropologica, nel 2010 si trasferisce a New York, sedotto dalla sua energia caotica. Risiederà qui per quasi cinque anni e approfondirà lo studio dei pittori espressionisti astratti e, soprattutto, le esposizioni del Black Mountain College. Nel 2015 cambia nuovamente residenza a Reggio Emilia, dove attualmente lavora.
La chiave per comprendere la sua proposta artistica è il concetto di «lotta degli opposti». Figurazione contro astrazione, immagine narrativa contro processo di natura astratta, immagine contro parola, l’eccellenza delle icone della storia della pittura europea contro l’immagine priva di messaggio.
Espone regolarmente in gallerie in Spagna, Italia, Cina, Francia, Germania e Stati Uniti. Ha inoltre esposto le sue opere in istituzioni come il Museo Wallraf-Richartz (Colonia), il Grande Museo del Duomo (Milano), La Scuola Grande di San Rocco (Venezia), Can Framis (Barcellona) e la 59a Biennale di Venezia.

Orari e prezzo del biglietto

L’opera sarà visitabile dal 2 marzo al 7 aprile dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 e successivamente, fino al 28 aprile, il venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Il costo del biglietto di ingresso è di 5 euro. I biglietti sono già acquistabili tramite il sito Verona Box Office, all’indirizzo https://www.boxofficelive.it/index.cfm/it/eventi/altro/IL-NUOVO-GIUDIZIO-UNIVERSALE/.

Le fasi di installazione dell’opera

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