A Montorso è nato un polo per l’inclusione delle persone diversamente abili. Si è festeggiato, infatti, il trasferimento in paese della comunità alloggio “Luisa e Renato”, che è gestita dalla cooperativa Città Solidale e che in precedenza si trovava a Vicenza.
La nuova sede è la Casa della Carità in via Kennedy, che continuerà ad offrire anche il servizio di gruppo appartamento, pure esso gestito dalla cooperativa.
Il progetto, frutto della collaborazione tra Comune, il servizio disabilità dell’Ulss 8 Berica e Città Solidale, è regolato da un’apposita convenzione.
“La Casa della Carità, storica struttura per persone in difficoltà – spiega il sindaco Diego Zaffari –, rischiava di chiudere per l’interruzione del servizio da parte di chi la gestiva precedentemente. L’accordo con Città Solidale, unitamente ad alcuni lavori di sistemazione dell’edificio finanziati dal Comune, ha permesso di mantenere in paese questa importante realtà, addirittura allargando la platea dei beneficiari grazie all’attivazione della comunità alloggio, accreditata dalla Regione”.
“Il trasferimento della comunità alloggio ‘Luisa e Renato’ a Montorso è il compimento dell’intreccio di due storie, entrambe iniziate alla fine degli anni ‘80: quella della cooperativa Città Solidale, che dal 1988 gestisce servizi residenziali per persone disabili, e quella della Casa della Carità di Montorso Vicentino, che dal 1989 è espressione identitaria del paese di Montorso come luogo di accoglienza per persone bisognose – sottolinea il presidente di Città Solidale, Paolo Paiusco –. Il rinnovato progetto condiviso da Città Solidale, dalla Amministrazione comunale e dalla Ulss 8 Berica rappresenta per la cooperativa l’opportunità di sviluppare le proprie linee di indirizzo: fornire in modo professionale risposte specifiche alle esigenze delle persone accolte nei propri servizi, in un contesto di stretta collaborazione col territorio. Un lavoro di rete che vede impegnati innanzitutto i soci della cooperativa e i volontari del paese, ma anche la parrocchia e tutti i soggetti, istituzionali e non, del territorio stesso, per pensare di costruire progetti di maggiore inclusività per le persone”.
La comunità alloggio, che può accogliere fino ad un massimo di 10 persone, è rivolta ad adulti con disabilità privi di nucleo famigliare o per i quali sia impossibilitata la permanenza temporanea o permanente nel proprio gruppo parentale, con nulla o limitata autonomia e non richiedenti interventi sanitari continuativi. Il gruppo appartamento, che può accogliere fino ad un massimo di 6 persone, è invece rivolto ad adulti in condizioni di disabilità con buoni livelli di autosufficienza, privi di nucleo famigliare o per i quali sia impossibilitata la permanenza temporanea o permanente nel proprio gruppo parentale. L’accoglienza e la gestione della vita quotidiana è orientata alla tutela della persona, allo sviluppo delle abilità residue e a favorire esperienze di vita autonome dalla famiglia di origine.
Foto di Bruno Xotta