Il 25 aprile per la libertà e la pace

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Come ogni anno le celebrazioni per la Liberazione e la commemorazione dei caduti civili di via Villa si sono svolte in Piazzetta Villa con la S. Messa, la deposizione di una corona d’alloro e l’orazione ufficiale del sindaco Antonio Tonello.

Ecco le sue parole (le foto sono di Mirella Pieropan):

Cari concittadini,

per iniziare voglio salutare tutti voi e in particolare le persone che qui sono venute a ricordare i loro cari. Saluto e ringrazio le associazioni degli Alpini, dei Fanti, dei Carabinieri e della Protezione Civile, che ci permettono di avere questi momenti di condivisione e di commemorazione.

Siamo qui oggi per celebrare i valori della libertà, della pace e della lotta contro tutti i fondamentalismi. Il 25 aprile riassume infatti in sé tutti questi concetti. Fu il giorno in cui l’Italia riuscì a liberarsi dal fascismo e da un ventennio di dittatura. A partire da quel giorno l’Italia imboccò il cammino della democrazia e del progresso, lasciandosi alle spalle anni di guerra, repressione e paura.

Quel cammino ancora oggi è in continua evoluzione e tutti noi dobbiamo impegnarci affinché non si interrompa. Il pericolo che ciò avvenga non è così remoto. Pensiamo ad esempio alle minacce derivanti dai fondamentalismi religiosi, ma anche a quelle derivanti dagli estremismi di natura politica. Non sono pericoli da sottovalutare, ma da tenere ogni giorno ben presenti, per poterli combattere con gli anticorpi insiti appunto nella nostra democrazia. Anticorpi che vanno coltivati ogni giorno in tutti gli ambiti, dalla scuola al lavoro, dalla politica all’associazionismo, dalla famiglia alla nostra rete di amicizie.

E occorre farlo fin dai primi anni di vita. Ecco perché la scuola e il percorso formativo di ogni essere umano sono importantissimi. Permettono di costruire individui aperti al dialogo e al confronto e non rinchiusi in loro stessi. Perché è vivendo rinchiusi in noi stessi, isolandoci e rifiutando i rapporti sociali che si rischia di cadere nella trappola del fondamentalismo e dell’estremismo. È vivendo ai margini della società che si rischia di assumere comportamenti deviati, che fanno male a noi stessi e agli altri.

Ecco dunque che ricorrenze come questa servono a rinsaldare la società in cui viviamo, a farci sentire uniti, a ricordarci che siamo una comunità. Sarebbe un grave errore abbandonare la nostra memoria storica. Facciamo anzi in modo che il 25 aprile sia tutti i giorni, per difendere i valori della libertà, della democrazia e della pace.

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